Pomodoro ciliegino

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Descrizione

Chiamato così perché presenta un aspetto “a ciliegia” su un grappolo a spina di pesce con frutti tondi, piccoli /medi e dal colore rosso intenso. Le sue principali caratteristiche sono il sapore meno acido e più dolce, la consistenza della polpa, la lucentezza e la lunga durata. Ottimo per sughi e insalate.

Il pomodoro
Il pomodoro maturo è ricco di principi nutritivi seppure a basso contenuto calorico, ed è comunemente utilizzato a scopi alimentari, in insalata o come ingrediente nella preparazione di salse e piatti cotti, come la pizza. Il succo o il centrifugato di pomodoro, assunti come bevanda rendono disponibile all’organismo una quantità significativa di licopene, un antiossidante che si ritiene possa svolgere una certa funzione protettiva rispetto al rischio di tumori alla prostata.

Tutte le parti verdi della pianta sono tossiche, in quanto contengono solanina, un glicoalcaloide steroidale che non viene eliminato nemmeno per mezzo dei normali processi di cottura; per tale motivo, il fusto e le foglie non vengono utilizzati a scopo alimentare. Anche il frutto contiene solanine ma in quantità molto basse: il frutto maturo rosso ne contiene da 0,03 a 2,3 mg/100 gr di peso fresco, il pomodoro giallo-rossastro per insalata ne contiene mediamente 6 mg/100 gr di peso fresco, mentre il pomodoro verde per insalata ne contiene mediamente 9 mg/100 gr di peso fresco. Va precisato che il pomodoro verde per insalata si trova in realtà all’inizio della maturazione e contiene una quantità di solanine assai inferiore al frutto verde completamente immaturo, dove il contenuto di solanine può superare i 50 mg/100 gr di peso fresco.

Il pomodoro regala fibre, sali minerali (potassio in particolare, ma anche manganese, fosforo, rame, calcio e ferro); sostanze dall’elevato potere antiossidante (betacarotene, licopene, vitamina E); vitamine del gruppo B, folati, la K e la C insieme alla fibra. Stimola la digestione in generale e degli amidi in particolare: quindi è ottimale se usato per condire pasta, riso e cereali in genere.

Alcuni errori da evitare
Intanto è preferibile non utilizzarli crudi in tutte le stagioni; meglio lasciare le insalate all’estate, perché è il sole a caricare di proprietà questi ortaggi. Inoltre un consumo eccessivo può causare un accumulo di acido ossalico, quindi un maggior rischio di calcoli e un minor assorbimento del calcio; ci possono essere anche reazioni allergiche negli individui più sensibili. In terzo luogo è meglio preferire pomodori belli rossi che verdi, questi ultimi contengono una quantità maggiore di solanina e hanno meno vitamina C, betacarotene e licopene.

Il pomodoro a tavola
Il pomodoro si può mangiare sia crudo che cotto. Mangiato crudo è deacidificante e rinfrescante. Conserva bene il contenuto di vitamina C. Oltre che in insalata, può essere gustato ripieno o trasformato in uno squisito gazpacho. A seconda delle preferenze si possono condire con aceto o limone, ma in ogni caso non deve mancare mai un buon extravergine, che aiuta ad assorbire le vitamine liposolubili. E’ ottimo accompagnato con erbe aromatiche che ne esaltano il sapore: basilico, origano, maggiorana, timo.

Mangiato cotto permette un assorbimento maggiore del licopene che, oltre a prevenire da alcuni tipi di tumore, combatte l’invecchiamento precoce e aiuta a controllare pressione e colesterolo. L’aggiunta di olio extravergine migliora ulteriormente l’assorbimento di questo antiossidante, ma anche del betacarotene – altra sostanza che si assimila meglio con la cottura.
Il succo di pomodoro costituisce anche, con l’aggiunta di vodka, tabasco, limone, sale e pepe, la base di un cocktail Bloody Mary solitamente servito come aperitivo.

La storia
Il pomodoro è un frutto nativo della zona dell’America centrale, del Sudamerica e della parte meridionale dell’America Settentrionale, zona compresa oggi tra i paesi del Messico. La data del suo arrivo in Europa è il 1540, quando il condottiero spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria e ne portò alcuni esemplari; ma la sua coltivazione e diffusione attese fino alla seconda metà del XVII secolo. In Italia è documentato dal senese Pietro Andrea Mattioli che nel suo Medici Senensis Commentarii del 1544 lo definì mala aurea, poi tradotto letteralmente in italiano come “pomo d’oro” dal suo caratteristico colore giallo oro. Ma già nel 1572 in una lettera di Costanzo Felici a Ulisse Aldrovandi si fa riferimento ad una varietà di colore rosso gagliardamente, che poi venne selezionata nel tempo e divenne prevalente. In particolare, la tradizione locale dice che la selezione decisiva del viraggio al rosso si ebbe nell’agro nocerino nel 600 o nel 700, dove tuttora la coltivazione del pomodoro è una delle principali industrie e nel cui circondario si conservano varietà importanti come il pomodoro di Sorrento, originale ingrediente della caprese, il pomodoro corbarino ed il pomodorino giallo del Vesuvio che ancora conserva il colorito originario.

Inizialmente si pensò che fosse una pianta velenosa in quanto somigliava all’erba morella. Il frutto della pianta di pomodoro in Perù veniva mangiato, mentre in Europa all’inizio della sua introduzione aveva valore ornamentale viste le bacche color oro. La coltivazione del pomodoro, come pianta ornamentale, dalla Spagna, forse attraverso il Marocco o più probabilmente attraverso il Regno di Napoli allora di monarchia spagnola, si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, trovando il clima adatto per il suo sviluppo, soprattutto in Italia.

Informazioni aggiuntive

Peso

Quantitativo minimo 5 hg

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