I “curzul” sono una pasta fresca fatta a mano tipica del territorio faentino, una pasta all’uovo tirata col mattarello simili ai tagliolini ma più spessi, conditi con il sugo di scalogno hanno un sapore davvero unico. Il loro nome deriva dal termine del dialetto romagnolo con il quale si chiamano i laccetti delle scarpe, quelli con stringhe di cuoio a sezione quadrata.

I Curzul si possono trovare in qualche bottega della Romagna, forse anche in qualche supermercato. Oppure potete provare a farli da voi. Per realizzare i curzul, l’“azdora” preparava una classica sfoglia con uova e farina, lasciandola abbastanza spessa e tagliandola poi, appunto, in stringhe di sezione quadrata.

La preparazione

La ricetta può essere eseguita sia con gli scalogni freschi appena raccolti che con quelli conservati in luogo fresco ed asciutto. Pulite gli scalogni e affettateli finemente. Mettete in una padella dell’olio extra vergine, scaldatelo, poi aggiungete gli scalogni affettati. Fate cuocere a fuoco medio, mescolate di tanto in tanto e attenti a non farli scurire, devono solo appassire. Sfumate con un po’ di vino rosso. Una volta evaporato, aggiungete il pomodoro (salsa oppure prodotto fresco tagliato a quadretti piccoli) e aggiustate di sale e pepe. Proseguite la cottura a fuoco basso per 10, 15 minuti.Una variante prevede l’aggiunta di guanciale tagliato a fettine corte e sottili, da cuocere assieme allo scalogno. A voi la scelta. Una volta cotti in acqua bollente, tirare in padella i curzul con il sugo di scalogno per qualche minuto e poi servite a tavola.

Modifica alla ricetta

Su segnalazione di un’amica della Valle delle Albicocche e di Cambiavento aggiorniamo la ricetta sopra riportata, modificando l’ordine con cui vengono amalgamati i prodotti. Per mantenere e valorizzare il gusto dello scalogno è consigliabile aggiungere gli scalogni affettati una volta fatto il sugo con il guanciale, tirandoli assieme in padella per pochi minuti. A voi la scelta e la prova del gusto.

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